La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Sicilia, ha condannato per danno erariale gli amministratori di una società in house, responsabili dell’assunzione di personale in violazione di un esplicito divieto in proposito posto dall’ente locale socio (sentenza n. 778/2015).
La vicenda in oggetto riguarda una società affidataria diretta di servizi, partecipata dalla Regione Sicilia, il cui Cda ha deliberato in merito al reclutamento di nuovo personale nonostante il divieto stabilito da un atto della Regione stessa (per motivi legati al contenimento della spesa pubblica) e nonostante il riscontro negativo del comitato per il controllo analogo.
La responsabilità con relativa condanna comminata dalla Corte si basa sulle seguenti considerazioni:
- il divieto di assunzione costituiva un mezzo per raggiungere l’obiettivo di contenimento dei costi e, dunque, la violazione di tale divieto ha intaccato il superiore vincolo di finanza pubblico che ne stava a monte;
- trattandosi di una società in house gli amministratori non godono dell’autonomia gestionale generalmente prevista per le ordinarie società commerciali;
- la spesa relativa agli emolumenti dei lavoratori assunti in violazione al suddetto divieto è da considerarsi inutile e, quindi, essa costituisce danno erariale.