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9 Marzo 2020

Cambiare i regolamenti locali cosa impone la riforma

Con lo spostamento al 30 aprile 2020 dell’approvazione del bilancio di previsione subisce uno slittamento anche l’aggiornamento dei regolamenti comunali.

La nuova IMU (scopri il nostro servizio) e l’accertamento esecutivo impongono una revisione di tutti i regolamenti tributari. Se per il primo c’è più tempo dato che la Legge di Bilancio 2020 ha fissato il termine al 30 giugno, per l’approvazione degli altri regolamenti e delle delibere relative alle tariffe TARI tributo e TARI corrispettivo c’è tempo solo fino al 30 aprile.

Dunque bisogna provvedere a tutte le modifiche dei regolamenti tributari che riguardano sia il nuovo accertamento esecutivo sia la rateazione. Come consiglia il Dott. Mirto qui sarebbe opportuno che i regolamenti di singoli tributi rimandassero a un unico regolamento sulla riscossione forzata o a disposizioni comuni a tutte le entrate, tributarie e patrimoniali, contenute nel regolamento generale delle entrate. Per quanto riguarda la rateazione va disciplinata considerando anche il tasso di mora, che nel caso non sia regolamentato, è pari al tasso d’interesse legale.

Un’altra modifica da tenere presente riguarda il ravvedimento che prevede quanto riportato dall’articolo 10-bis del Dl 124/2019, ovvero il ravvedimento cosiddetto lungo (anche senza una modifica specifica dei regolamenti comunali sono da considerarsi tacitamente abrogati per incompatibilità i regolamenti che prevedevano ipotesi meno lunghe). È invece rimessa alla potestà regolamentare la possibilità di prevedere anche per i tributi comunali il ravvedimento parziale regolato dall’articolo 4-decies del Dl 34/2019.

Fonte: Pasquale Mirto, Accertamento, rate, ravvedimenti: così la riforma della riscossione impone di cambiare i regolamenti locali, Il Sole 24 Ore – Quotidiano Enti Locali&PA, 9 marzo 2020.

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