Con la sentenza 252/2017 della Corte Costituzionale, pubblicata mercoledì 6 dicembre, si colpisce uno dei meccanismi chiave per il rilancio degli investimenti pubblici.
Questo perché i giudici hanno ritenuto che le scelte come i limiti all’indebitamento degli enti locali vadano definite con una legge in Parlamento e non possano essere affidate a un decreto che si deve limitare a definire i meccanismi tecnici.
Infatti, il pareggio di bilancio vuole che le operazioni di indebitamento di regioni ed enti locali, utili a finanziare gli investimenti, vengano effettuate sulla base di intese regionali e/o territoriali, in modo tale che il bilancio complessivo delle Pa locali di ogni territorio sia in pareggio. Il decreto contestato fissa i meccanismi con cui si raggiungono le «apposite intese», chiedendo alle Regioni di avviare lo scambio degli spazi di investimento fra gli enti entro il 15 gennaio e di chiuderlo il 31 marzo. E indicando che qualora si verifichi un ritardo delle Regioni può intervenire lo Stato onde evitare che gli investimenti si blocchino.
Con la sentenza costituzionale non decade tutto ma il meccanismo viene esposto ad un possibile primo ricorso regionale alla Consulta. Dunque bisognerà rimettere velocemente le mani sulle regole del pareggio!