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Gestione Patrimoniale
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17 Gennaio 2025

La Contabilità Economico-Patrimoniale (COEP) per gli enti locali

Cos’è la COEP

La Contabilità Economico-Patrimoniale è un sistema contabile che affianca la tradizionale contabilità finanziaria, offrendo una rappresentazione completa del patrimonio dell’ente e delle sue variazioni.

Attraverso la COEP, l’ente locale può monitorare:

  • La composizione e le variazioni del Patrimonio Netto;
  • I costi e i ricavi legati alla gestione.

I principali documenti prodotti dalla COEP sono:

  • Il Conto Economico, che evidenzia i risultati economici dell’ente locale in un determinato periodo;
  • Lo Stato Patrimoniale, che rappresenta il patrimonio dell’ente locale, suddiviso tra attivo e passivo.

Grazie a questi strumenti, la COEP permette di ottenere una visione più dettagliata e trasparente rispetto alla sola contabilità finanziaria, consentendo agli amministratori di prendere decisioni basate su dati concreti e affidabili.

Cosa prevede la contabilità economico-patrimoniale

La normativa distingue tra due modalità di applicazione della COEP: ordinaria e semplificata. Questa suddivisione risponde all’esigenza di adattare gli obblighi contabili alle dimensioni e alle risorse dell’ente locale.

La COEP ordinaria è obbligatoria per i Comuni di dimensioni medio-grandi e per gli altri enti locali con un livello significativo di complessità gestionale.

In questo caso, l’elaborazione del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale deve rispettare tutte le indicazioni previste dal principio contabile applicato 4/3.

Tra i principali obblighi troviamo:

  • La predisposizione di documenti dettagliati e completi;
  • L’approvazione degli stessi da parte del Consiglio Comunale e del Revisore dei Conti;
  • L’inserimento di tali documenti come allegati obbligatori al Rendiconto della gestione.

Il Rendiconto ha come termine per sopperire all’adempimento il 30 aprile di ogni anno, salvo eventuali proroghe e conseguentemente anche la COEP, in quanto allegato costituente, segue le medesime tempistiche.

Tuttavia, per rispettare questa tempistica, è fondamentale considerare i tempi tecnici necessari per l’approvazione dei documenti da parte del Consiglio Comunale.

La COEP semplificata si applica ai Comuni con meno di 5.000 abitanti, che possono adottare una modalità semplificata per la redazione della contabilità economico-patrimoniale.

Sebbene siano previsti alcuni margini di semplificazione, gli obblighi principali restano invariati:

  • Predisposizione dello Stato Patrimoniale;
  • Approvazione da parte del Consiglio Comunale e del Revisore;
  • Rispetto delle scadenze e degli obblighi di trasparenza.

Anche in questo caso, la COEP costituisce un allegato obbligatorio del Rendiconto e segue le stesse scadenze previste per la modalità ordinaria.

Il quadro normativo di riferimento

La COEP trova la sua base giuridica nel Decreto Legislativo 118/2011, che ha introdotto un sistema contabile armonizzato per gli enti locali.

L’obiettivo è quello di garantire trasparenza e uniformità nella gestione delle risorse pubbliche, superando le discrepanze precedenti.

Il principio contabile applicato 4/3, allegato al decreto, stabilisce in modo dettagliato le regole per la redazione della contabilità economico-patrimoniale.

Esso definisce:

  • Le operazioni necessarie per garantire la corretta tenuta della COEP;
  • I criteri di contabilizzazione e le verifiche da effettuare;
  • Le modalità di approvazione e allegazione al Rendiconto.

Un elemento fondamentale introdotto dalla normativa è l’obbligo di approvare lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico in Consiglio Comunale, con la supervisione del Revisore dei Conti.

Questo garantisce la massima trasparenza e responsabilità nella gestione del patrimonio pubblico.

Le tempistiche e le sanzioni

Le scadenze per la COEP sono rigorose e devono essere rispettate per evitare conseguenze negative.

Il termine ultimo per l’approvazione dei documenti contabili è fissato al 30 aprile di ogni anno, salvo proroghe straordinarie.

Il mancato rispetto di queste scadenze può comportare:

  • Ritardi nell’approvazione del Rendiconto, con conseguenti difficoltà operative per l’ente;
  • La conseguente mancata approvazione del Rendiconto può portare ad importanti sanzioni quali:
    • Scioglimento del Consiglio e nuove elezioni: Se il Consiglio non approva il Rendiconto entro il termine (30 aprile), scatta il potere sostitutivo del Prefetto e l’avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio con nuove elezioni, come previsto dal Tuel (art. 227, comma 2 bis e art. 141, comma 2);
    • Divieto di indebitamento: L’ente non può ricorrere all’indebitamento dal secondo esercizio successivo (art. 203, comma 1, Tuel);
    • Sospensione dei pagamenti dal Ministero dell’Interno: Il ritardo nell’invio del Rendiconto al Ministero comporta la sospensione dei pagamenti delle risorse finanziarie dovute, comprese quelle del fondo di solidarietà comunale;
    • Controlli per enti strutturalmente deficitari: Gli enti che non approvano il Rendiconto entro i termini sono soggetti a controlli centrali, soprattutto se strutturalmente deficitari, riguardanti spese e assunzioni di personale;
    • Invalidità del bilancio preventivo del secondo anno: Il bilancio preventivo del secondo anno successivo potrebbe essere invalido se il Rendiconto non è stato approvato, con conseguente nomina di un Commissario;
    • Impossibilità di applicare l’avanzo di amministrazione: L’avanzo di amministrazione non può essere applicato se il Rendiconto non è stato approvato regolarmente;
    • Divieto di assunzioni di personale: In caso di ritardo nell’approvazione del bilancio o Rendiconto, l’ente locale non può assumere personale fino a che non adempie agli obblighi, con alcune eccezioni per funzioni essenziali (protezione civile, polizia locale, ecc.);
    • Potere sostitutivo del Governo: Il Governo può intervenire con potere sostitutivo se gli enti locali non compiono atti obbligatori per legge, come previsto dall’art. 136 del Tuel.

Per garantire il rispetto delle tempistiche, è fondamentale pianificare con attenzione tutte le attività legate alla redazione e approvazione dei documenti.

Il Conto Economico

Il Conto Economico è uno dei pilastri della COEP e rappresenta il documento che evidenzia i risultati economici dell’ente in un determinato esercizio.

Esso è strutturato in diverse principali:

  1. Ricavi, che comprendono le entrate economiche derivanti da tasse, tributi, contributi e altre fonti;
  2. Costi, che includono tutte le spese sostenute dall’ente per il funzionamento e l’erogazione dei servizi;
  3. Proventi ed oneri finanziari, che rappresentano rispettivamente i ricavi ottenuti da investimenti finanziari o altre attività similari e i costi connessi agli oneri finanziari, come ad esempio gli interessi passivi;
  4. Rettifiche di valore attività finanziarie, che includono svalutazioni o rivalutazioni di attività finanziarie in base alla loro variazione di valore;
  5. Proventi ed oneri straordinari, che comprendono entrate o uscite non ricorrenti derivanti da eventi eccezionali o non prevedibili;
  6. Imposte, che rappresentano il carico fiscale sull’ente in relazione ai risultati economici conseguiti;
  7. Risultato dell’esercizio, che evidenzia il saldo finale tra ricavi e costi, rappresentando l’utile o la perdita generata dall’ente locale nell’esercizio considerato.

Il risultato del Conto Economico è appunto il risultato economico d’esercizio, che può essere positivo o negativo.

Questo dato è fondamentale per analizzare la sostenibilità economica dell’ente e identificare eventuali criticità nella gestione delle risorse.

Lo Stato Patrimoniale

Lo Stato Patrimoniale è il documento che fotografa la situazione patrimoniale dell’ente locale al termine di un esercizio.

Esso è suddiviso in due allegati:

  • Attivo, che rappresenta l’insieme delle risorse economiche e finanziarie che l’ente locale possiede o ha a disposizione, includendo beni materiali, diritti, crediti e disponibilità liquide. Esso riflette ciò che l’ente utilizza per svolgere le proprie attività e perseguire i propri obiettivi;
  • Passivo, che rappresenta gli obblighi e gli impegni finanziari dell’ente verso terzi, comprendendo debiti, mutui, obbligazioni e altre passività. Esso evidenzia le risorse che l’ente deve restituire o gestire per garantire il proprio equilibrio economico-finanziario.

Lo stato patrimoniale attivo

Lo Stato Patrimoniale Attivo rappresenta una sezione fondamentale del bilancio degli enti locali ed evidenzia le risorse economiche a disposizione e come queste siano allocate.

È strutturato per offrire una visione chiara e dettagliata della composizione del patrimonio di un ente locale, includendo elementi tangibili e intangibili, disponibilità liquide e crediti.

Di seguito analizziamo nel dettaglio le sue componenti principali.

  • Crediti verso lo Stato e altre amministrazioni pubbliche per la partecipazione al fondo di dotazione: Questa voce raccoglie i crediti vantati dall’ente locale nei confronti dello Stato o di altre amministrazioni pubbliche, relativi al contributo al fondo di dotazione. Si tratta di somme che rappresentano un’entrata certa e dovuta, fondamentale per garantire il finanziamento delle attività dell’ente;
  • Immobilizzazioni: Le immobilizzazioni comprendono beni e diritti destinati a restare durevolmente nel patrimonio dell’ente. Si suddividono in:
    • Immobilizzazioni immateriali: includono elementi non fisici ma di valore strategico, come brevetti, concessioni, software e altre attività che supportano le operazioni dell’ente;
    • Immobilizzazioni materiali: rappresentano i beni tangibili come edifici, terreni, infrastrutture e attrezzature di proprietà dell’ente;
    • Altre immobilizzazioni materiali: si riferiscono a beni non direttamente classificabili nelle voci precedenti ma utili all’attività dell’ente;
    • Immobilizzazioni in corso ed acconti: riguardano lavori non ancora completati o pagamenti anticipati per acquisizioni future;
    • Immobilizzazioni finanziarie: comprendono partecipazioni, crediti finanziari e titoli detenuti a lungo termine che rappresentano investimenti strategici per l’ente locale.
  • Attivo circolante: L’attivo circolante comprende le risorse economiche destinate a essere trasformate in liquidità in un arco temporale breve, tipicamente entro l’anno. Vi rientrano crediti commerciali, rimanenze e titoli a breve termine, fondamentali per gestire la liquidità dell’ente;
  • Disponibilità liquide: In questa sezione sono riportate le somme immediatamente disponibili, come depositi bancari, denaro in cassa e altre risorse liquide. Queste rappresentano il grado di flessibilità dell’ente nel far fronte agli impegni finanziari a breve termine;
  • Ratei e risconti: I ratei attivi rappresentano quote di ricavi già maturati ma non ancora esigibili, mentre i risconti attivi includono spese anticipati relativi a esercizi futuri;
  • Totale dell’attivo: Il totale dell’attivo è la somma di tutte le voci precedenti e rappresenta il valore complessivo delle risorse economiche e patrimoniali a disposizione dell’ente locale.

    Lo Stato Patrimoniale Attivo degli enti locali è uno strumento essenziale per monitorare e pianificare la gestione economico-patrimoniale. Comprendere la struttura e il contenuto delle sue voci aiuta a garantire una maggiore trasparenza e una gestione efficace delle risorse.

    Lo Stato Patrimoniale Passivo

    Lo Stato Patrimoniale Passivo rappresenta l’altra metà del bilancio di un ente locale, mettendo in evidenza le fonti di finanziamento utilizzate per acquisire e gestire le risorse riportate nell’attivo.

    Le voci che compongono il passivo forniscono informazioni cruciali sul capitale proprio, le passività e gli obblighi dell’ente, nonché sulle risorse destinate a coprire i rischi futuri.

    Vediamo nel dettaglio le singole voci che lo compongono.

    1. Patrimonio Netto: È la somma del capitale proprio dell’ente locale, che rappresenta la differenza tra le attività e le passività. Include il capitale iniziale, gli utili o perdite non distribuiti e le riserve. Questo valore è fondamentale per capire la solidità finanziaria dell’ente, in quanto riflette le risorse interne disponibili per far fronte agli impegni futuri;
    2. Fondi per rischi ed oneri: Sono accantonamenti destinati a coprire eventuali rischi futuri o obbligazioni probabili che l’ente locale potrebbe dover affrontare. Questi fondi servono a garantire che l’ente sia pronto a far fronte a situazioni di incertezza, come contenziosi legali, danni o imprevisti che potrebbero avere un impatto finanziario;
    3. Trattamento di Fine Rapporto: È l’accantonamento che l’ente locale deve effettuare per garantire il pagamento delle somme dovute ai dipendenti al momento del loro pensionamento o cessazione del rapporto di lavoro. Questa voce è importante per prevedere l’impegno finanziario legato al personale dell’ente e per una gestione equilibrata delle risorse;
    4. Debiti: Sono le obbligazioni che l’ente ha nei confronti di terzi e che devono essere saldate entro un determinato periodo. I debiti includono le passività commerciali, i debiti verso fornitori, le anticipazioni bancarie, i mutui e altri debiti finanziari. Questa voce fornisce una panoramica dei debiti a breve e lungo termine che l’ente dovrà estinguere;
    5. Ratei e risconti: I ratei passivi rappresentano quote di costi già maturati ma che pagherà in futuro, mentre i risconti passivi includono ricavi anticipati relativi a guadagni futuri;
    6. Totale del Passivo: È la somma di tutte le voci precedenti e fornisce un quadro completo delle passività e degli obblighi finanziari dell’ente locale. Rappresenta il totale delle risorse necessarie a coprire le attività e le passività dell’ente, ed è un indicatore fondamentale per misurare la sua situazione patrimoniale e finanziaria;
    7. Conti d’Ordine: Sono voci di bilancio che non hanno una rilevanza diretta sul Patrimonio Netto o sulle passività, ma che sono comunque importanti per il controllo e la gestione delle operazioni. Si riferiscono a impegni e risorse fuori bilancio, come garanzie o impegni a favore di terzi, e non hanno un impatto immediato sulle finanze dell’ente, ma possono influenzarle in futuro.

    Lo Stato Patrimoniale Passivo offre una panoramica completa delle obbligazioni e dei debiti di un ente locale.

    Le voci che lo compongono sono essenziali per comprendere come vengono finanziate le attività dell’ente locale e per garantire che gli impegni futuri siano affrontati in modo efficace e responsabile.

    L’inventario dell’ente locale e la COEP

    L’inventario di un ente locale è un elenco dettagliato e aggiornato di tutti i beni, diritti e risorse di proprietà dell’ente, che vengono utilizzati per lo svolgimento delle sue attività.

    L’inventario include beni materiali (come edifici, strade, attrezzature, veicoli) e immateriali (come diritti di proprietà intellettuale o concessioni).

    È uno strumento fondamentale per la gestione e il controllo delle risorse pubbliche.

    L’inventario di un ente locale rientra nello Stato Patrimoniale Attivo perché comprende beni e risorse che hanno un valore economico e che possono essere utilizzati per generare benefici futuri per l’ente.

    Questi beni vengono registrati tra le attività patrimoniali e rappresentano una parte essenziale della ricchezza dell’ente.

    Questo strumento è fondamentale per:

    • Monitorare il valore e la composizione del patrimonio dell’ente locale;
    • Aggiornare le informazioni relative a eventuali dismissioni o acquisizioni;
    • Garantire una gestione trasparente e responsabile dei beni pubblici.

    Le società partecipate dell’ente locale e la COEP

    Le partecipate di un ente locale sono società in cui l’ente ha una partecipazione azionaria significativa o di controllo.

    Queste partecipazioni vengono inserite nello Stato Patrimoniale Attivo, nella sezione delle Immobilizzazioni Finanziarie, perché rappresentano un investimento a lungo termine dell’ente e sono parte del suo patrimonio.

    Le partecipazioni in queste società sono considerate Immobilizzazioni Finanziarie in quanto sono destinate a rimanere nell’ente per un lungo periodo, contribuendo alla gestione e allo sviluppo delle attività locali.

    Queste partecipazioni vengono iscritte al valore di acquisizione, e se necessario, correttamente rettificate per eventuali perdite durevoli di valore.

    La contabilizzazione delle partecipazioni segue le disposizioni stabilite nel Principio Contabile 4/3 (Allegato n. 4/3 al D.Lgs 118/2011), che stabilisce che:

    • “e) Immobilizzazioni finanziarie:
      • sono iscritte al valore di acquisizione, corretto di eventuali perdite durevoli di valore. Le partecipazioni di controllo sono valutate con il metodo del Patrimonio Netto.”

    Le società partecipate sono un elemento chiave della COEP.

    Esse rappresentano le quote di partecipazione dell’ente locale in società o consorzi pubblici o privati.

    Una corretta gestione delle partecipate è essenziale per:

    • Valutare l’impatto economico e patrimoniale delle partecipazioni;
    • Garantire il rispetto dei vincoli di bilancio e delle normative vigenti;
    • Prevenire situazioni di squilibrio finanziario.

    Il Patrimonio Netto e la sua rilevanza nella COEP

    Il Patrimonio Netto è allocato all’interno dello Stato Patrimoniale Passivo.

    Rappresenta la differenza tra le attività e le passività di un ente locale, ossia la ricchezza effettiva a disposizione dell’ente.

    Esso è importante perché misura la solidità economica dell’ente stesso, dimostrando la sua capacità di affrontare obblighi e investimenti futuri.

    Il Patrimonio Netto è articolato in diverse voci, tra cui:

    • Fondo di dotazione: Rappresenta la parte indisponibile del Patrimonio Netto, ossia la risorsa che non può essere utilizzata liberamente e serve come garanzia della solidità patrimoniale dell’ente locale;
    • Riserve: Sono la parte del Patrimonio Netto che può essere utilizzata per coprire perdite future o per altre necessità dell’ente. Le riserve vengono costituite, in particolare, con i risultati economici positivi ottenuti dall’ente e possono essere utilizzate in caso di necessità, previo apposito provvedimento dell’ente locale;
    • Risultati economici positivi o negativi di esercizio: Rappresentano il profitto o la perdita dell’ente per l’esercizio contabile in corso. I risultati economici positivi possono incrementare il Patrimonio Netto (specialmente le riserve), mentre quelli negativi riducono il Patrimonio Netto e potrebbero richiedere un intervento per coprire le perdite.

    Inoltre, per gli enti locali, una parte dei permessi di costruire (nei limiti previsti dalla legge) che non viene destinata a coprire le spese correnti, deve essere destinata ad incrementare le riserve.

    In sintesi, il Patrimonio Netto è un indicatore cruciale della salute finanziaria di un ente locale e deve essere correttamente suddiviso e gestito.

    La sua composizione in Fondo di Dotazione, riserve e risultati economici consente di avere un quadro chiaro sulla capacità dell’ente di affrontare le sfide future, garantendo la stabilità e la continuità delle sue funzioni.

    A chi si rivolge la COEP

    La COEP si applica a tutti gli enti locali, inclusi:

    • Comuni, sia di grandi che di piccole dimensioni;
    • Province;
    • Città Metropolitane;
    • Altri enti pubblici territoriali.

    Per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, come già accennato, è prevista la possibilità di adottare la modalità semplificata, mentre gli enti locali di dimensioni maggiori devono seguire la procedura ordinaria.

    L’utilità della COEP

    La COEP non è solo un obbligo normativo, ma rappresenta anche uno strumento di grande utilità per gli enti locali.

    Tra i principali vantaggi troviamo:

    • Maggiore trasparenza: La rappresentazione dettagliata del patrimonio e delle sue variazioni aumenta la fiducia dei cittadini;
    • Analisi più approfondite: La COEP permette di monitorare con precisione i costi, i ricavi e gli equilibri patrimoniali;
    • Supporto decisionale: Grazie ai dati forniti dalla COEP, gli amministratori possono prendere decisioni informate e orientate alla sostenibilità.

    Conclusioni

    La Contabilità Economico-Patrimoniale (COEP) rappresenta un pilastro fondamentale per la gestione economico-patrimoniale degli enti locali.

    Oltre a garantire il rispetto degli obblighi normativi, essa offre strumenti preziosi per migliorare la trasparenza, la sostenibilità e l’efficienza della gestione pubblica.

    Adottare e gestire correttamente la COEP significa non solo adempiere a un dovere legislativo, ma anche dotarsi di una bussola indispensabile per navigare nel complesso mondo della finanza pubblica.

    Ogni ente locale, grande o piccolo, ha la responsabilità di sfruttare al meglio questo strumento per garantire una gestione responsabile e trasparente delle risorse pubbliche.

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