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4 Dicembre 2018

Il rendiconto finanziario gestionale: obbligo e metodo

Cos’è il rendiconto finanziario obbligatorio?

Il rendiconto finanziario è un documento contabile, divenuto obbligatorio nel 2015 con retroattività al bilancio 2014, con cui un’azienda o un Ente esplicita la variazione su base annua delle proprie risorse finanziarie, evidenziando tutti i flussi in entrata e in uscita che l’hanno determinata.

Attraverso l’analisi di questo documento è possibile ricavare numerose informazioni sull’azienda o sull’ente in oggetto: si capirà, infatti, quali siano le fonti di finanziamento più rilevanti tra quelle esterne e quelle interne, quanto incidano gli investimenti strutturali sulla consistenza del patrimonio netto e anche quanto pesino sul bilancio gestionale alcune specifiche voci di spesa, come il prelievo fiscale, il costo del lavoro o  le rate di restituzione di eventuali finanziamenti.

È importante notare come questo tipo di documento non sia un semplice atto giustificativo di spese sostenute dal soggetto che lo emette, come nel caso del  rendiconto consuntivo di un condominio, di un rendiconto spese elettorali o del rendiconto sul 5 per mille emesso dagli enti no profit che accedono a tale fonte di finanziamento, né, parallelamente, un semplice elenco di fonti di introito, ma svolga entrambe le funzioni in modo coordinato, con l’aggiunta del raffronto tra la situazione attuale e quella dell’esercizio precedente.

Si tratta, quindi, di un documento di grande rilevanza per l’analisi di bilancio, a qualunque livello, dal rendiconto generale dello stato, fino a quello di una piccola azienda, passando per il delicatissimo rendiconto di gestione degli Enti locali in cui le informazioni di carattere finanziario si arricchiscono di valenze politiche e spesso caratterizzano in modo deciso la linea dell’amministrazione in carica.

Gli elementi del rendiconto finanziario

Pensando ad uno schema di rendiconto finanziario, possiamo riferirci alla norma italiana OIC10 dell’Organismo Italiano di Contabilità, che disciplina la stesura di questo tipo di documento e che indica gli elementi che esso deve contenere, in modo sintetico, ma chiaro.

In primo luogo, il rendiconto economico deve esplicitare l’attività di finanziamento dell’impresa durante l’esercizio contabile in esame, esprimendola in termini di variazione delle risorse finanziarie rispetto all’esercizio precedente. All’interno di questa generica attività di finanziamento dovranno essere chiaramente individuabili, d’altro canto, le rispettive entità dell’autofinanziamento e delle diverse fonti di finanziamento esterno.

Inoltre, nel rendiconto deve essere presente in modo chiaro l’indicazione delle variazioni delle risorse finanziarie determinate dall’attività produttiva di reddito eventualmente svolta dall’impresa nell’esercizio e, parallelamente, le attività di investimento realizzate che costituiranno una parte dei flussi di cassa negativi.

Infine, sarà necessario indicare le variazioni, intercorse durante l’esercizio in oggetto, della situazione patrimoniale e finanziaria nel suo complesso e, elemento di estremo rilievo per l’analisi economica e contabile, tutte le correlazioni esistenti tra le singole fonti di finanziamento e gli investimenti effettuati.

Attraverso la presenza di tutti questi indicatori contabili, quindi, viene delineato, in modo piuttosto dettagliato, lo svolgimento della vita aziendale durante il periodo considerato e si possono valutare le performance sia di imprese private che di Enti pubblici di diverse dimensioni.

Le risorse finanziarie: la nozione di cassa

Come abbiamo visto, il rendiconto finanziario deve presentare le variazioni delle risorse finanziarie, possedute dall’azienda o dall’ente, intercorse durante l’esercizio in oggetto. Tuttavia, finora, non ci siamo soffermati su cosa siano, concretamente, le risorse finanziarie di cui si parla e, quindi, su come vengano determinate.

In prima battuta, si possono definire le risorse finanziarie come l’ammontare del denaro presente in cassa e quest’ultima, a sua volta, può essere calcolata come la somma tra il contante e gli assegni presenti in azienda, più i conti correnti a saldo attivo, eventualmente detratti dei conti correnti a saldo negativo.

In realtà, la nozione di cassa viene solitamente ampliata tenendo in conto altre risorse finanziarie che siano di immediata disponibilità, nel caso di contributi positivi, o di prossima uscita, nel caso di contributi negativi. Ad esempio, i titoli azionari e obbligazionari possono essere considerati, almeno in parte, come una risorsa rapidamente monetizzabile, detenuta allo scopo di costituire parte della cassa. Parallelamente, un finanziamento bancario a breve termine, la cui restituzione sia prevista entro l’esercizio considerato, viene solitamente considerato come un flusso di cassa negativo tout court.

Secondo questa più ampia definizione di cassa, e quindi di risorse finanziarie disponibili, possiamo dire che essa coinciderà con il cosiddetto indebitamento bancario netto a breve termine che viene determinato come segue. In primo luogo si sommano la cassa contanti e assegni, i saldi dei conti correnti in attivo e l’ammontare dei titoli azionari e obbligazionari che sono detenuti a scopo di negoziazione a breve termine. Al totale, poi, si sottraggono le passività di eventuali conti correnti in rosso, anche se tali passività derivano da anticipazioni salvo buon fine su fatture, cambiali o ricevute bancarie, e l’ammontare dei prestiti a breve termine eventualmente contratti.

Il metodo diretto e indiretto nel rendiconto finanziario

Il protocollo OIC10 prevede che il rendiconto finanziario possa essere redatto secondo due metodi alternativi tra loro: il metodo diretto e il metodo indiretto.

Con il primo, gli elementi del rendiconto, come ad esempio i flussi di cassa e le variazioni delle risorse finanziarie, sono determinati direttamente, attraverso l’esame della documentazione aziendale. Seguendo questo metodo, si dovranno, dunque, quantificare gli incassi da clienti, i pagamenti verso fornitori e personale, le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie, i dividendi incassati, i pagamenti per imposte e tutti i flussi legati ad attività di finanziamento con mezzi propri, come l’aumento di capitale, o con mezzi di terzi, come l’accensione o il rimborso di un prestito bancario.

Non è difficile immaginare che, soprattutto per grandi realtà, l’utilizzo del metodo diretto sia particolarmente difficoltoso. È dunque possibile, in modo alternativo, procedere alla compilazione del rendiconto finanziario in modo indiretto, ossia partendo dai dati complessivi presenti nel bilancio.

Con questo sistema, in un certo senso, si sfrutta il lavoro di aggregazione dei dati già svolto per stilare il bilancio di esercizio e lo si usa per compilare il rendiconto economico. In particolare, si procederà per gradi, a partire dall’utile netto a cui verranno prima detratti o sommati gli importi relativi alle imposte sul reddito, agli interessi passivi o attivi e ad eventuali dividendi o plusvalenze per cessioni e acquisizioni di attività. In seguito, si rettificherà questo valore dapprima considerando quegli elementi non monetari che non hanno riscontro nella variazione del capitale circolante netto, come gli ammortamenti o gli accantonamenti ai fondi, e poi sommando le variazioni del capitale circolante netto, costituito da rimanenze, crediti e debiti verso fornitori e clienti e variazione dei ratei e dei risconti. Questo primo calcolo costituirà il cosiddetto flusso finanziario dell’attività operativa a cui verranno sommati, o sottratti, i flussi finanziari per attività di investimento e quelli per attività di finanziamento.

Il rendiconto finanziario, sia esso per enti o imprese, è dunque un documento di estrema importanza e delicatezza che va redatto con la massima attenzione e, se necessario, anche con il supporto di professionisti come quelli dello Studio Sigaudo di Moncalieri.

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