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14 Settembre 2021

Il nuovo Metodo Tariffario Rifiuti

Che cos’è il Metodo Tariffario dei Rifiuti?

Già negli esercizi trascorsi, per esattezza nel 2019 e nel 2020, abbiamo avuto modo di interagire con il Metodo Tariffario dei Rifiuti, questo metodo è stato recentemente oggetto di revisione; prima di procedere oltre vediamo che cosa si vuole raggiungere con la sua adozione.
Il Metodo Tariffario dei Rifiuti stabilisce i limiti delle tariffe, ovvero il limite del prelievo che l’ente locale può attuare verso i contribuenti.
La forza innovativa del metodo tariffario è stata quella di impostare una stretta coerenza tra il costo e la qualità del servizio erogato, andando a introdurre un sistema di copertura dei costi in grado di incentivare il sistema locale a gestire integralmente i rifiuti nell’ottica di un’economia circolare.

Il nuovo Metodo Tariffario dei Rifiuti

Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ha deliberato l’avvio del secondo periodo di regolazione tariffaria per il settore dei rifiuti.
Il 31 dicembre 2021 caratterizzerà non solo la fine del primo periodo di Regolazione del Metodo Tariffario dei Rifiuti introdotto da ARERA nel luglio 2019, ma anche la messa a regime del nuovo Metodo Tariffario dei Rifiuti, detto anche MTR-2.
ARERA, con delibera Delibera N.363/2021/R/rif del 3 agosto u.s., ha introdotto il nuovo Metodo Tariffario Rifiuti MTR-2.
L’MTR-2, pur confermando l’impianto generale del Metodo presentato alla fine del 2019, la sostenibilità sociale delle tariffe resta infatti un punto imprescindibile grazie al vincolo di crescita delle entrate per gli operatori, è al contempo interessato da molte novità che ampliano il perimetro di controllo della filiera e di conseguenza il numero di soggetti interessati.
Il nuovo Metodo Tariffario dei Rifiuti si caratterizza per avere l’obiettivo di regolare il secondo periodo, quello che va dal 2022 al 2025, introducendo importanti aggiornamenti riconducibili ai criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento per il servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani.

Il nuovo Metodo e le tariffe di accesso

Il nuovo Metodo Tariffario dei Rifiuti andrà a regolare le tariffe di accesso agli impianti di Trattamento, Recupero e Smaltimento dei Rifiuti Urbani, prevedendo una programmazione quadriennale e premiando gli operatori che risultano l’eccellenza in termini di risultati ambientali nella valorizzazione dei rifiuti e nell’utilizzo di soluzioni tecnologiche.
Tra le altre cose vediamo quindi anche un ampliamento dell’arco temporale di analisi e riferimento, i nuovi Piani Economici Finanziari avranno infatti uno sviluppo ben più lungo di quelli attuali, abbracciando un arco temporale di 4 anni.

Le tariffe e le tipologie di impianto

Con il nuovo Metodo Tariffario dei Rifiuti la determinazione delle tariffe di accesso agli impianti terrà conto del grado di integrazione della filiera di lavorazione effettuando la seguente distinzione tra gli impianti di chiusura del ciclo:

  • Impianti “Integrati”; sono quelli che gestiscono più fasi della filiera e ha impianti di trattamento già considerati nella regolazione del precedente MTR.
  • Impianti “Minimi”; ovvero quelli ritenuti indispensabili alla chiusura del ciclo dei rifiuti nel loro territorio e previsti nella programmazione.
  • Impianti “Aggiuntivi” che ARERA definisce come quelli diversi dai minimi, per i quali si applica una regolazione orientata alla trasparenza.

Il nuovo Metodo Tariffario dei Rifiuti, criticità

La prima pubblicazione della delibera 363/2021/R/rif è accompagnata da alcune criticità, vediamo quali:

  • assenza degli schemi tipizzati per la predisposizione degli atti previsti all’interno dell’allegato che accompagna la delibera, nello specifico quelli identificati nell’articolo 27.4;
  • mancata indicazione degli standard e dei livelli minimi di qualità del servizio a cui dovranno adeguarsi i Comuni ed i Gestori;
  • non è stato ancora disciplinato il valore tasso di inflazione programmata, i valori dei tassi di inflazione per gli anni 2023, 2024 e 2025 che potrebbe essere individuato anno per anno, ed infine il vettore che esprime il deflatore degli investimenti fissi lordi, elemento di assoluta importanza, senza il quale non è possibile ad oggi provvedere al calcolo dei costi d’uso del capitale;
  • assenza di definizione dei criteri per la quantificazione delle componenti perequative ambientali; anche questa indicazione è fondamentale considerando che il nuovo Metodo Tariffario dei Rifiuti prevede l’obbligo per i Gestori degli impianti di trattamento (discariche, inceneritori, ma anche impianti di recupero e di riciclo) di redigere un proprio Piano Finanziario.

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