In data 14/10/2015 ha avuto luogo il primo incontro tra le rappresentanze sindacali e l’Aran per aprire il discorso sul rinnovo dei contratti pubblici, bloccati da sei anni. Fin da subito sono emerse due questioni particolarmente spinose:
- innanzitutto, le cifre destinate dal Governo (circa 300-400 milioni di euro) sono considerate “ridicolmente basse” dai sindacati;
- in secondo luogo, vi sono forti opposizioni da parte dei sindacati in merito all’applicazione della riforma Brunetta.
La suddetta riforma prevede:
1) l’introduzione di tre fasce di merito, in base alle quali distribuire le risorse destinate alla produttività (il 50% delle risorse alla prima fascia, il restante 50% alla seconda fascia e nulla alla terza fascia);
2) la suddivisione delle PA in 4 comparti (con il riallineamento in un unico quadro contrattuale di realtà con dinamiche retributive e regolamentari molto diverse fra loro).
Ecco, dunque, già delineati alcuni dei fronti di scontro principali tra Governo e sindacati all’interno della contrattazione collettiva appena sbloccata; ciò fa prevedere tempi molto lunghi prima del raggiungimento di un accordo sulla manovra in progetto.