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29 Novembre 2017

Tributi – Rimborsi Tari: cosa ci aspetta

Verificata l’irregolarità di molti calcoli Tari, i comuni si trovano a valutare quali azioni intraprendere per risolvere il grande problema. Con la circolare n. 1/2017 del Mef, viene riconosciuto ai contribuenti il diritto di richiedere il rimborso per le annualità dal 2014 in poi, lasciando in sospeso – per il momento – quelli del 2013.

È necessario premettere che, a differenza di quanto avviene per la Tarsu, in regime Tari è obbligatoria l’integrale copertura dei costi di investimento, in risposta al principio europeo “chi inquina paga”. La copertura è garantita attraverso la determinazione delle tariffe che ripartiscono il carico tributario tra i diversi contribuenti, al fine di ottenere il gettito necessario a coprire le spese. L’errato calcolo delle tariffe, che ha portato diversi comuni a far pagare di più a quei nuclei familiari occupanti l’abitazione e le conseguenti pertinenze, non è andata a beneficio del bilancio, anzi ha permesso di ridurre l’onere a favore delle restanti utenze domestiche.

Inoltre bisogna considerare che, azzerando la quota variabile applicata alle pertinenze, è inevitabile che il mancato gettito fiscale vada ad aumentare la quota variabile applicata sull’utenza domestica per tutti i contribuenti.

Sulla base della circolare del Mef n. 1/2017, i nuovi rimborsi non potranno che essere posti a carico del nuovo piano economico finanziario (possibilmente tra i costi variabili), dato che le annualità 2014-2016 sono chiuse e rendicontate mentre del 2017 non è più possibile modificare l’impianto tariffario. In questo modo, purtroppo, nessuno sarà contento!

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