Ci pensa la direttiva n.1/2019 del Ministro per la Pubblica Amministrazione a mettere ordine, affrontando la gestione delle categorie protette in base alle varie normative succedutesi negli ultimi anni. Attraverso questo documento si è cercato, perciò, di creare un vademecum capace di riassumere principi generali, azioni concrete e operative.
Un ruolo centrale è svolto dal comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni. Se l’organismo non venisse costituito causerebbe un’importante responsabilità per i dirigenti da valutare anche per il raggiungimento degli obiettivi.
Interessante anche la quota d’obbligo, della gestione della mobilità e della compensazione territoriale attraverso cui si ricorda ai datori di lavoro che sono tenuti ad assumere lavoratori appartenenti alle seguenti categorie:
- sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
- due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
- un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti.
Al suo interno anche riportate le modalità di assunzione che può avvenire tramite avviamento, chiamata nominativa o concorso con riserva. Seguito da un approfondimento sulle varie tipologie di convenzioni e sullo svolgimento di tirocini formativi e di orientamento.
La seconda parte della direttiva si occupa di vittime del terrorismo e della criminalità organizzata: si fa riferimento alle categorie protette così come identificate dall’articolo 1 comma 2 della legge 407/98.
Il documento termina analizzando la casistica dei soggetti caduti sul lavoro e dei testimoni di giustizia.
Fonte: Gianluca Bertagna, Categorie protette: dalla Funzione pubblica le istruzioni su quote, collocamento, e sanzioni, Il Sole 24 Ore – Quotidiano Enti Locali & PA, 26 giugno 2019.