La riforma della Pubblica Amministrazione recentemente approvata interviene a modificare e snellire le norme che regolano la trasparenza in applicazione della legge anti-corruzione, e in particolare il DLgs. N. 33/2013.
Come già rilevato dall’ANAC, il decreto sopra citato ha introdotto una serie eccessiva di adempimenti e obblighi, causando ridondanza e ripetitività delle informazioni da pubblicare.
La riforma introdotta dalla Legge Madia mira proprio a “razionalizzare e precisare gli obblighi di pubblicazione nel sito istituzionale, ai fini di eliminare le duplicazioni e di consentire che tali obblighi siano assolti attraverso la pubblicità totale o parziale di banche dati detenute da pubbliche amministrazioni”: ossia, semplificazione degli adempimenti previsti.
Un esempio delle duplicazioni lamentate dagli operatori della PA deriva dal fatto che, nonostante l’art. 32 della L. 69/2009 abbia introdotto l’albo pretorio online, il DLgs. n. 33/2013 prescrive comunque una serie di adempimenti del tutto simili: la maggior parte dei provvedimenti di cui il decreto prevede la pubblicazione (parziale o integrale), infatti, devono essere immessi anche nell’albo pretorio online. Questa duplicazione genera spesso una notevole confusione, dovuta anche alla differente durata di pubblicazione prescritta: 10 giorni nell’albo pretorio, 5 anni secondo quanto prescritto dal DLgs. n. 33/2013.
La speranza, dunque, è in una riduzione degli obblighi di pubblicazione, al fine di evitare le inutili e controproducenti duplicazioni, e una delle soluzioni proposte prevede la cancellazione dell’albo pretorio e la creazione di una specifica voce della sezione ‘amministrazione trasparente’ su ciascun portale, in cui pubblicare integralmente i provvedimenti amministrativi.
Tuttavia, dal momento che nessuna decisione in tal senso è stata presa, si resta in attesa dei futuri sviluppi preannunciati dalla Legge Madia.