Un grande rischio incombe sugli Enti che avevano applicato aumenti all’imposta di pubblicità.
Analizzando la sentenza Corte Costituzionale n. 15/2018 prima e la Risoluzione del MEF, la n. 2 del 2018, emerge chiaramente come gli Enti debbano elaborare il bilancio 2019-2021 prendendo in considerazione due elementi di rischio:
- l’impossibilità di agire in aumento sull’imposta di pubblicità;
- l’accantonamento prudenziale a fronte delle possibili richieste di rimborso per quanto indebitamente pagato a fronte di aumenti non autorizzati.
Ricostruendo le date da prendere in considerazione vediamo come la delibera esplicita approvativa o confermativa delle maggiorazioni imposta pubblicità, adottata entro il 26 giugno 2012, legittima la richiesta di pagamento delle stesse da parte dell’ente locale; diversamente, una delibera approvativa o confermativa emessa in data successiva al 26 giugno 2012 è da ritenersi illegittima.
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