La legge di Bilancio 2018, L. 205/17, ha autorizzato gli Enti, a fronte dell’esistenza di alcune condizioni, a riaprire o a effettuare, il riaccertamento straordinario sui residui precedenti l’esercizio 2015.
Nel caso in cui il riaccertamento non sia stato effettuato oppure siano emersi importanti rilievi sullo stesso da parte della Corte dei conti o del Ministero dell’Economia e delle Finanze, si potrà procedere in detta direzione.
L’operazione di riaccertamento ha avuto delle complessità particolari anche in funzione della novità della procedura, per questo l’opportunità fornita è da prendere assolutamente in considerazione, ancora di più nel caso in cui si consideri che, qualora si debba rilevare un disavanzo da riaccertamento, lo stesso potrebbe essere ammortizzato in un periodo decisamente più lungo rispetto a quello normalmente riconosciuto.
L’eventuale maggiore disavanzo sarebbe infatti da ripianare in quote costanti entro l’esercizio 2044.
In concreto si tratta quindi di analizzare i residui attivi e passivi esistenti alla data del 31.12.2014 allo scopo di verificarne l’esigibilità ed effettuarne eventualmente l’imputazione o di praticarne la cancellazione. È fondamentale richiamare l’importanza del principio contabile della competenza finanziaria potenziata, che deve guidare l’attività di riaccertamento straordinario.
Per quale motivo affrontiamo il riaccertamento straordinario all’interno degli approfondimenti utili alla redazione del rendiconto?
Perché il nuovo riaccertamento straordinario deve essere eseguito contestualmente all’approvazione del rendiconto 2017, effettuando la reimputazione/revisione dei residui (attivi e passivi) al 31 dicembre 2017 provenienti dalla gestione 2014 e precedenti.