La Corte di giustizia UE ha decretato come ‘contraria al diritto comunitario’ la proroga automatica e generalizzata della scadenza delle concessioni per l’esercizio delle attività turistico-ricreative nelle aree demaniali marittime disposta dalla normativa italiana.
Una proroga pian piano scalata fino al 31 dicembre 2020; la Corte ha, però, evidenziato che tale pratica preclude sia la possibilità di operare una selezione imparziale dei potenziali candidati, sia la possibilità di agire con la dovuta trasparenza e pubblicità.
Il Governo dovrà, quindi, procedere con una riforma vera e propria del sistema, auspicata entro il 31 dicembre 2017, con ovviamente un periodo di transizione e la necessità di convalidare al più presto le concessioni in essere che, a fronte della sentenza della Corte UE, risultano scadute a fine 2015.