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19 Novembre 2020

Privacy ed emergenza Covid-19: domande e risposte del Garante – Parte 2

Un quesito interessante è relativo alle modalità di trattamento dei dati che riguardano coloro i quali abbiano ricevuto dei contributi economici comunali. Ai fini dell’attribuzione di risorse ai soggetti che versano in condizioni di difficoltà economiche nel contesto dell’emergenza Covid-19, il Garante ha ricordato come i comuni abbiano già predisposto dei moduli attraverso i quali i soggetti interessati possono richiedere l’attribuzione dei contributi economici, autocertificando di avere i requisiti richiesti dalla normativa.

Si precisa come i suddetti moduli debbano essere redatti in modo tale da prevedere che al loro interno siano indicati soltanto dati indispensabili atti a verificare la sussistenza dei presupposti per concedere il contributo (come il reddito, la composizione del nucleo familiare, etc.), e non possano essere raccolte informazioni non necessarie o, comunque, non pertinenti rispetto alla valutazione sulla concessione del contributo.                                                                                                            

Per quanto riguarda poi i cosiddetti buoni spesa concessi sulla base di una disposizione nazionale, il Garante ha evidenziato come alcuni bandi rivolti agli esercizi commerciali prevedano il rimborso del valore nominale dei buoni a fronte della presentazione, da parte degli esercenti, di adeguata documentazione giustificativa (es. buoni spesa in originale e/o gli scontrini fiscali per cui il rimborso è richiesto). In tale ipotesi, piuttosto che presentare direttamente gli scontrini con i dettagli di spesa, si ritiene preferibile che l’esercizio commerciale presenti un’autodichiarazione sulla conformità dell’utilizzo dei buoni di cui si richiede il rimborso, con contestuale impegno a conservare gli scontrini per gli eventuali controlli che il Comune riterrà di effettuare. In tal modo si evita la produzione sistematica di documentazione di dettaglio che, associata all’identità del beneficiario del buono, comporterebbe la comunicazione di dati personali, anche di natura particolare (allorquando, per esempio, si potrebbe evincere lo stato di salute dell’interessato in base ai prodotti alimentari acquistati).

Altra domanda riguarda la pubblicazione dei dati relativi ai soggetti che sono stati aggiudicatari dei contributi economici o di altri benefici previsti per la situazione emergenziale. Sul punto, il Garante ha ricordato che la normativa in materia di trasparenza prevede, fra l’altro, l’obbligo di pubblicare i nominativi di coloro i quali sono risultati destinatari di benefici economici superiore a 1.000,00 € nel corso dell’anno solare (quali sovvenzioni, contributi, sussidi o altri vantaggi economici), fermo restando il divieto di diffusione nel caso in cui da tali dati “sia possibile ricavare informazioni relative allo stato di salute [o] alla situazione di disagio economico-sociale degli interessati” (art. 26, comma 4, d. lgs. n. 33/2013). Si tratta di un divieto funzionale alla tutela della dignità, dei diritti e delle libertà fondamentali degli interessati, al fine di evitare che soggetti in condizioni disagiate – economiche o sociali – soffrano l’imbarazzo della diffusione di tali informazioni, o possano essere sottoposti a conseguenze indesiderate a causa della conoscenza da parte di terzi della particolare situazione personale.

Nel caso di benefici economici superiori a mille euro nell’anno solare spetta all’ente locale, Titolare del trattamento, valutare quando le informazioni di contesto rivelino dati sulla salute ovvero l’esistenza di un disagio economico o sociale dell’interessato e non procedere, di conseguenza, alla pubblicazione di dati o altre informazioni idonee a identificarlo. In ogni caso, nel rispetto del principio di minimizzazione dei dati rispetto alla finalità perseguita, non risulta giustificato pubblicare dati quali:

  • l’indirizzo di abitazione o la residenza;
  • il codice fiscale;
  • le coordinate bancarie dove sono accreditati i contributi o i benefici economici (codici IBAN);
  • la ripartizione degli assegnatari secondo le fasce dell’equivalente-Isee;
  • l’indicazione di analitiche situazioni reddituali, di condizioni di bisogno o di peculiari situazioni abitative;
  • etc.

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