L’inventario comunale è il documento obbligatorio che accompagna il rendiconto e che attesta la struttura patrimoniale dell’ente in termini di immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie.
Da cosa è composto, nello specifico, un inventario di un ente locale?
Il processo di armonizzazione contabile, così come previsto dal D.Lgs. 118/2011, ha dato il via a un rinnovamento che ha ridestato l’interesse verso l’inventario comunale.
Agli enti locali è infatti richiesta la produzione di una serie di documenti che certifichino il proprio stato patrimoniale e ne evidenzino le variazioni annuali in modo accurato.
L’inventario dell’ente locale dovrà quindi essere aggiornato e coerente con la contabilità dell’ente e le sue voci dovranno essere correttamente codificate al fine di permettere una perfetta integrazione con il Conto Economico e il Conto del Patrimonio.
Riprendendo quanto esplicitato nell’Allegato 4/3 di Arconet, Principio applicato alla contabilità economico patrimoniale, vediamo come viene concettualizzata la definizione di immobilizzazione:
“Gli elementi patrimoniali destinati a essere utilizzati durevolmente dall’ente sono iscritti tra le immobilizzazioni. Condizione per l’iscrizione di nuovi beni patrimoniali materiali ed immateriali tra le immobilizzazioni è il verificarsi, alla data del 31 dicembre, dell’effettivo passaggio del titolo di proprietà dei beni stessi…Costituiscono eccezione a tale principio i beni che entrano nella disponibilità dell’ente a seguito di un’operazione di leasing finanziario o di compravendita con “patto di riservato dominio”, che si considerano acquisiti al patrimonio dell’amministrazione pubblica alla data della consegna e, rappresentati nello stato patrimoniale con apposite voci, che evidenziano che trattasi di beni non ancora di proprietà dell’ente. L’eccezione si applica anche nei casi di alienazione di beni con patto di riservato dominio.”
Inventario comunale – le immobilizzazioni immateriali
Le immobilizzazioni immateriali ricoprono una grande importanza all’interno dell’inventario dell’ente locale, tra queste distinguiamo:
- I costi capitalizzati.
- I diritti di brevetto industriale.
- L’avviamento.
- I diritti reali di godimento e rendite, perpetue o temporanee.
- Le immobilizzazioni in corso.
Inventario comunale – le immobilizzazioni materiali
Le immobilizzazioni materiali, posizionate all’interno dello Stato Patrimoniale Attivo dopo le immobilizzazioni immateriali, sono distinte, anche in base a quanto previsto dall’allegato 4/3, Principio applicato alla contabilità economico patrimoniale, in beni demaniali e beni patrimoniali disponibili e indisponibili.
Affinché un bene possa essere inserito all’interno dell’inventario dell’ente locale è fondamentale che, alla fine dell’esercizio, le immobilizzazioni materiali siano fisicamente esistenti presso l’amministrazione pubblica o siano state assegnate ad altri soggetti sulla base di formali provvedimenti assunti dall’ente.
Le immobilizzazioni sono iscritte nello stato patrimoniale al costo di acquisizione dei beni o di produzione se realizzato in economia (inclusivo di eventuali oneri accessori d’acquisto, quali le spese notarili, le tasse di registrazione dell’atto, gli onorari per la progettazione, ecc.), al netto delle quote di ammortamento.
Per i beni mobili ricevuti a titolo gratuito, il valore da iscrivere in bilancio è il valore normale, determinato, come, per le immobilizzazioni immateriali, a seguito di apposita relazione di stima a cura dell’Ufficio Tecnico dell’ente, salva la facoltà dell’ente di ricorrere ad una valutazione peritale di un esperto indipendente designato dal Presidente del Tribunale nel cui circondario ha sede l’ente, su istanza del rappresentato legale dell’ente medesimo.
Immobilizzazioni materiali – i beni immobili
In primo luogo, dovrà essere presente un elenco dei beni immobili di proprietà, suddivisi nelle categorie definite dalla normativa, ovvero:
- Beni immobili demaniali ripartiti in:
- Terreni.
- Fabbricati.
- Infrastrutture.
- Altri bei demaniali.
- Altre immobilizzazioni materiali ripartite in:
- Terreni
- Fabbricati
In ognuna delle due categorie i beni dovranno essere catalogati andando ad inserire:
- descrizione del bene;
- indirizzo e riferimenti catastali;
- destinazione d’uso e relativo centro di costo:
- categoria di ammortamento;
- valore attuale;
- opere di manutenzione collegate.
Immobilizzazioni materiali – i beni mobili
Sarà poi necessario procedere alla rilevazione di tutti i beni mobili da inserire all’interno dell’inventario dell’ente.
I beni mobili sono distinti in:
- Impianti e macchinari.
- Attrezzature industriali e commerciali.
- Mezzi di trasporto.
- Macchine per ufficio e hardware.
- Mobili e arredi.
- Infrastrutture.
- Altri beni materiali.
A questi dovrà essere assegnato un codice univoco e dovranno essere catalogati andando a inserire una serie di informazioni previste dalla normativa tra cui:
- descrizione del bene;
- quantità;
- ubicazione;
- categoria di ammortamento;
- costo storico;
- interventi incrementativi del valore;
- valore attuale.
Su ogni bene potrà poi essere applicata, in fase di rilevazione, un’apposita etichetta contenente l’indicazione dell’Ente proprietario e il relativo numero di inventario.
Inventario comunale – le immobilizzazioni finanziarie
Dopo le immobilizzazioni immateriali e le immobilizzazioni materiali troviamo le immobilizzazioni finanziarie.
Distinguiamo le immobilizzazioni finanziarie in:
- Partecipazioni in:
- Imprese controllate
- Imprese partecipate
- Altri soggetti
- Crediti verso:
- Altre amministrazioni pubbliche.
- Imprese controllate.
- Imprese partecipate.
- Altri soggetti.
- Altri titoli.
L’inventario ex novo e l’aggiornamento dell’inventario
Avere un inventario sempre aggiornato è fondamentale per l’ente, questo permette di assicurare la completa interazione tra le movimentazioni finanziare che intervengono nel corso dell’esercizio e gli incrementi patrimoniali.
Volendo descrivere la procedura lavorativa che caratterizza i passaggi di redazione ex novo dell’inventario comunale, o il suo aggiornamento, vediamo come sia possibile identificare i seguenti livelli operativi:
- Redazione dell’inventario dell’ente locale dei beni immobili suddivisi secondo le categorie previste dalla normativa.
- Analisi ed estrapolazione dell’eventuale valore delle aree fabbricabili a scomputo.
- Rilevazione ed etichettatura dei beni mobili di proprietà del Comune.
- Identificazione dei consegnatari dei beni.
- Classificazione dei beni all’interno dell’inventario dell’ente nel rispetto delle categorie stabilite dalla normativa e ripartizione degli stessi tra i centri di costo individuati secondo il piano dei conti patrimoniali di cui all’Allegato 6 del D.Lgs. 118/2011.
- Scarico dall’inventario dei cespiti eventualmente dismessi.
- Inventariazione e valorizzazione delle immobilizzazioni finanziarie e immateriali.
- Manutenzione e aggiornamento delle immobilizzazioni in corso.
- Aggiornamento annuale dei valori a bilancio con le variazioni che hanno interessato beni mobili e immobili.
- Incrocio della contabilità finanziaria con la contabilità economico patrimoniale.
- Redazione della documentazione a supporto dell’organo di revisione. È infatti importante ricordare che la regolare tenuta dell’impianto inventariale è oggetto di monitoraggio da parte della Corte dei Conti attraverso i questionari sui documenti contabili degli Enti trasmessi dagli Organi di revisione contabile.
- Redazione delle schede previste dalla normativa vigente.
Quando deve essere presentato l’inventario comunale?
L’inventario comunale accompagna il rendiconto d’esercizio.
Il termine riconosciuto dalla normativa come scadenza del rendiconto è, al netto di eventuali proroghe, il 30 aprile.
Entro questa data, in realtà prima a seconda dei giorni di deposito del rendiconto previsti, l’inventario dell’ente dovrà essere aggiornato e trovare corrispondenza all’interno della contabilità economico patrimoniale, qualora la stessa sia adottata.
Con l’approvazione dell’inventario è molto importante concludere anche l’identificazione dei consegnatari dei beni.
di Marco Sigaudo