Il controllo di gestione negli enti locali: i controlli esterni
Introduzione
Il controllo di gestione negli enti locali è lo strumento atto a verificare l’effettivo conseguimento degli obiettivi programmati dall’amministrazione.
In passato, i controlli venivano svolti sulla base dei dati presenti a rendiconto, ma anche sui singoli atti verificati in relazione alla loro correttezza amministrativa, contabile e fiscale.
Oggi, invece, in ottica di controllo di gestione, la definizione di controllo è stata estesa ed ampliata permettendoci di distinguere due fondamentali tipologie:
- I controlli esterni, effettuati principalmente attraverso l’Ispettorato generale di finanza del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.
- I controlli interni, invece, si manifestano tramite il monitoraggio svolto all’interno dell’ente locale.
Le due tipologie di controllo sono strettamente collegate, in quanto il controllo esterno volge a verificare l’applicazione degli strumenti di controllo interno.
Lo scopo è sempre lo stesso: verificare le procedure corrette per valutare costi e perseguire gli obiettivi prefissati dall’ente locale.
I controlli esterni
Come detto precedentemente i controlli in passato erano svolti sulla base dei dati espressi a rendiconto per gli enti locali, mentre col passare del tempo è mutata non solo la legislazione di riferimento, ma anche la modalità con cui vengono effettuati i controlli stessi.
Il controllo esterno viene svolto da parte della Ragioneria dello Stato, la quale sceglie l’ente locale su cui svolgere l’indagine.
L’ente prescelto non dovrà limitarsi a fornire documenti di tipo amministrativo e contabile, ma dovrà altresì impegnarsi a collaborare fattivamente per aiutare gli addetti della Ragioneria dello stato a comprendere i processi gestionali, gli schemi di riferimento adottati, le procedure seguite e le metodologie applicate dall’ente locale.
È importante sapere che l’Anci, nazionale o regionale, una volta venuto a conoscenza degli enti prescelti nell’ambito territoriale di riferimento, ha la facoltà di poter agevolare il lavoro degli ispettori mediante un incontro preliminare fra le autorità dell’ente locale, i responsabili dei servizi economico-finanziari e gli ispettori.
L’ispezione ministeriale non avviene “a sorpresa”, ma è preannunciata da una comunicazione ufficiale da parte della Ragioneria generale dello Stato fornendo indicazioni in merito al nominativo del/degli ispettore/i incaricati e la data di inizio dell’indagine.
È bene precisare che le tempistiche dell’ispezione sono molto variabili, possono durare alcune settimane come alcuni mesi, a seconda delle diverse situazioni.
I rapporti con l’ispettore è bene che siano tenuti direttamente dalle figure di vertice dell’ente locale e dal Responsabile del Settore Finanziario, il quale può certamente avvalersi del supporto dei suoi collaboratori.
Il processo di avvio dell’indagine nei confronti dell’ente locale inizia con la compilazione di una serie di prospetti contabili, nei quali andranno inseriti i dati di consuntivo dell’ultimo triennio (solitamente per il triennio).
In questa prima fase vanno messe anche a disposizione le relazioni che hanno accompagnato il rendiconto, elementi che consentono una comprensione più agevole delle dinamiche, dei dati contabili, degli andamenti al fine di fornire le prime indicazioni di massima su efficienza ed efficacia nella gestione dei servizi.
Controlli per uffici e settori nei controlli esterni
In seguito alla prima fase conoscitiva, l’ispezione verte ad un’analisi più approfondita relativamente alle diverse voci di entrata ed alle tipologie di spesa, sia di parte corrente che di parte capitale.
Questo tipo di indagine tocca tutti gli uffici e settori dell’ente, ma in particolar modo si segnalano dei controlli più approfonditi per:
- Provveditorato o Servizio Contatti, in cui viene visionata la corretta applicazione delle procedure previste dalla normativa;
- Ragioneria e Servizio Patrimonio, i quali sono i soggetti maggiormente interessati a verifiche sulla corretta gestione delle voci di entrata e di spesa, della gestione del bilancio e dei flussi dei pagamenti;
- Ragioneria e Servizio Patrimonio, i quali sono i soggetti maggiormente interessati a verifiche sulla corretta gestione delle voci di entrata e di spesa, della gestione del bilancio e dei flussi dei pagamenti;
Un ulteriore indicazione riscontro in materia di controlli ci viene fornito dal sito dell’Ispettorato generale di finanza presso la Ragioneria dello stato in cui vengono segnalate le diverse tipologie di controlli su cui potrebbe vertere l’ispezione.
Al fine di invitare le amministrazioni a perseguire una sana e corretta gestione, il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e degli equilibri di bilancio, sono stati indicati una serie di parametri di virtuosità che l’ente locale deve raggiungere.
Si riporta quanto indicato all’art. 17 della l.n. n. 42/2009:
“…previsione di meccanismi automatici sanzionatori degli organi di governo e amministrativi nel caso di mancato rispetto degli equilibri e degli obiettivi economico-finanziari assegnati alla regione e agli enti locali, con individuazione dei casi di ineleggibilità nei confronti degli amministratori responsabili degli enti locali per i quali sia stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario…”
Si segnala che i parametri di virtuosità sono stati inseriti anche nella l.n. 145/2018 relativamente alla concessione o alla revoca di contributi.
Analisi e valutazione spesa nei controlli esterni
Il d.lgs. n. 123/2011, dopo aver illustrato i principi generali e le diverse tipologie di controllo, introduce una nuova tematica, ovvero l’analisi e la valutazione della spesa.
Questo argomento rientra nell’ambito delle indagini conoscitive e si articola in una revisione della struttura del bilancio statale, al fine di verificare la flessibilità ed il contenimento della spesa stessa.
Questo tipo di indagine porta a monitorare in maniera costante l’efficacia, l’efficienza e la congruità dell’azione amministrativa svolta dall’ente locale.
Il ruolo della Corte dei Conti nei controlli esterni
I modelli da utilizzare per questo tipo di analisi vengono concordati con la Sezione autonomie locali della Corte dei Conti.
A fronte di infiniti esempi di cattiva gestione, di mancati controlli e spese non rendicontate, il Governo ha deciso di rafforzare le azioni di controllo, interni ed esterni, verso gli enti locali prevedendo un ruolo ben preciso anche per la Corte dei Conti.
Gli interventi da parte della Corte dei Conti, come indicato nell’art. 3 del d.l. n. 174/2012, in modifica del precedente d.lgs. n. 267/2000, prevede verifiche periodiche, per gli enti con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, in materia di regolarità delle gestioni e per il corretto funzionamento dei controlli interni.
Sono previsti ulteriori coinvolgimenti della Corte dei Conti per gli enti in condizioni deficitarie o in dissesto finanziario.
Un corretto controllo di gestione è un’arma fondamentale per l’ente locale per dimostrare come sta operando, monitorare costantemente i risultati ed i costi dell’azione amministrative ed anche rendere più snelli e fluidi questo tipo di controlli esterni.
Conclusione
Come indicato nel presente articolo la tematica dei controlli, in ambito di controllo di gestione degli enti locali, è suddivisa in due tipologie: esterni ed interni.
I prossimi approfondimenti tratteranno i controlli interni.