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2 Aprile 2015

Split Payment: chiarimenti dell’Ifel sulle modalità di contabilizzazione

In tema di Split Payment, imprescindibile è la distinzione tra split in ambito istituzionale e split in ambito commerciale: mentre nel primo caso, infatti, il pagamento deve essere eseguito con la periodicità definita, nel secondo caso il debito per l’IVA non versata al fornitore deve, invece, essere conteggiata nella liquidazione periodica.

 Per quanto riguarda lo split istituzionale, in caso di versamento dell’IVA in forma riepilogativa, l’Ifel suggerisce:

  • di ricorrere alle ‘partite di giro’ per la contabilizzazione dell’IVA trattenuta (in tal modo vi sarebbero meno rischi di inadempienze e ritardi);
  • di procedere, all’atto della liquidazione della fattura, all’iscrizione di un accertamento (imputato al capitolo ‘Altre ritenute n.a.c.’) e di un corrispondente impegno dell’ambito dei servizi per conto terzi (imputato al capitolo ‘Versamento di altre ritenute n.a.c.).

Per quanto riguarda lo split commerciale, dal punto di vista contabile l’Ifel suggerisce, rispettivamente per la fase di liquidazione della fattura e per la fase di versamento dell’imposta:

  • la registrazione tra le entrate correnti di un accertamento pari all’importo dell’IVA non pagata al fornitore (imputato ad ‘Altre entrate correnti n.a.c.’);
  • la registrazione tra le spese correnti di un impegno per l’importo a debito (imputato in bilancio in ‘IVA a debito’).

Passando, poi alla questione delle operazioni in Reverse Charge, l’Ifel da una parte suggerisce la stessa procedura di contabilizzazione prevista per lo split commerciale, dall’altra sottolinea che le fatture assoggettabili a Reverse Charge, ma destinate alla PA, rientrano nell’ambito dello Split Payment.

Infine, si ricorda che, in caso di fatture emesse da un ente nei confronti di un soggetto giuridico parimenti soggetto al regime dello Split Payment, la spesa per l’IVA a debito deve essere imputata alle ‘Altre spese correnti n.a.c.’.

Fonte: Quotidiano Enti Locali

 

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