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31 Agosto 2021

Il controllo di gestione negli enti locali

Il controllo di gestione negli enti locali

In data 30 luglio 1999 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 286 che regolamenta il controllo di gestione per gli enti locali.
Il controllo di gestione negli enti locali ha lo scopo di verificare l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa per migliorare il rapporto tra costi e risultati, anche tramite l’utilizzo di rapidi interventi correttivi.
Lo scopo del controllo di gestione è quello di verificare che gli obiettivi individuati dall’amministrazione siano stati raggiunti correttamente dall’azione amministrativa.
Questa pratica ha origini nel management privato, in quanto permette un’analisi dettagliata dei vari elementi che compongono i costi, garantendo una gestione per obiettivi, con il fine di verificare l’andamento delle previsioni ed intervenire tempestivamente su eventuali scostamenti.
Nei paragrafi e negli articoli successivi verranno trattate le componenti fondamentali alla corretta redazione del referto di controllo di gestione.

I destinatari del controllo di gestione negli enti locali

I destinatari del controllo di gestione negli enti locali sono individuati negli articoli 198 e 198-bis del TUEL.
L’individuazione di tali soggetti rispecchia l’oggetto e le finalità attribuite al controllo di gestione, difatti i destinatari finali del report sono:

  • gli amministratori, i quali lo utilizzano per verificare l’andamento dei lavori programmati;
  • i responsabili dei servizi, per valutare l’andamento dei servizi di cui sono responsabili;
  • la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, in relazione alla riforma del sistema dei controlli attuata con la riforma del titolo V della Costituzione;
  • i cittadini, secondo il principio di trasparenza dell’azione amministrativa.

Efficienza, efficacia ed economicità negli enti locali

Ai fini del controllo di gestione negli enti locali è bene definire i concetti di efficienza, efficacia ed economicità.
Il concetto di efficienza discende dal fatto che le risorse a disposizione dell’azione amministrativa sono limitate e non sempre sufficienti al raggiungimento degli obbiettivi preposti. L’efficienza si calcola con il rapporto tra input ed output, ovvero mezzi impiegati e prodotti. La sua corretta valutazione avviene tramite due modalità:

  • la prima consiste nel fissare un obiettivo da migliorare o da mantenere entro certi parametri e a posteriori se il grado di raggiungimento prefissato è stato raggiunto;
  • la seconda consiste nel confrontare il medesimo indicatore con riferimenti agli anni pregressi e analizzarne le cause di scostamento.

Il concetto di efficacia indica la capacità di raggiungere gli obiettivi o i risultati prefissati valutando gli elementi che hanno influito sul raggiungimento, o sull’eventuale mancato raggiungimento, delle previsioni iniziali.
Negli enti locali la valutazione dell’efficacia si estende all’analisi della soddisfazione dei clienti, degli utenti o dei cittadini. La sua misurazione è principalmente fornita dal rapporto tra risultati ed obiettivi, ma esistono alcuni casi in cui si considerano rapporti comportamentali, per cui soggettivi, che ne rendono difficile un’analisi oggettiva dei parametri.

“Le finalità e gli obiettivi di gestione devono essere misurabili e monitorabili in modo da potere verificare il loro grado di raggiungimento e gli eventuali scostamenti fra risultati attesi ed effettivi.
I risultati riferiti alle finalità sono rilevabili nel medio periodo e sono espressi in termini di impatto atteso sui bisogni esterni quale effetto dell’attuazione di politiche, programmi ed eventuali progetti.
I risultati riferiti agli obiettivi di gestione, nei quali si declinano le politiche, i programmi e gli eventuali progetti dell’ente, sono rilevabili nel breve termine e possono essere espressi in termini di:
a) efficacia, intesa quale grado di conseguimento degli obiettivi di gestione. Per gli enti locali i risultati in termini di efficacia possono essere letti secondo profili di qualità, di equità dei servizi e di soddisfazione dell’utenza.
b) efficienza, intesa quale rapporto tra risorse utilizzate e quantità di servizi prodotti o attività svolta. ”

Da Arconet, Principi Contabili Applicati dal 2020

Per quanto concerne il concetto di economicità si intende, invece, la capacità di gestire un servizio o un’attività in maniera tale che i corrispettivi derivati da un’eventuale vendita coprano i costi sostenuti. Il valore è dato dal rapporto tra proventi o ricavi e costi sostenuti e può generare tre diversi risultati:

  1. Se il rapporto è maggiore di 1 significa che è stato generato guadagno.
  2. Se il rapporto è uguale ad 1 equivale alla copertura in pareggio dell’attività.
  3. Se il rapporto è minore di 1 significa che è stata realizzata una perdita.

Dimensioni del controllo di gestione negli enti locali

Dopo aver introdotto i termini del paragrafo precedente, è necessario altresì contestualizzare le 4 dimensioni che confluiscono nel sistema di controllo di gestione negli enti locali:

  1. I servizi offerti ai cittadini, ovvero l’attività dell’ente stesso disponibile tramite la mappa dei servizi;
  2. gli obbiettivi programmati, ovvero le prospettive previste dagli amministratori per il futuro, i quali vengono espressi tramite la Relazione previsionale e programmatica, il PEG e la previsione del budget;
  3. la situazione economico-finanziaria, la quale viene rappresentata mediante il Rendiconto al Bilancio;
  4. la struttura organizzativa dell’ente locale, nello specifico il suo organigramma, la pianta organica e la suddivisione delle responsabilità, espresse all’interno dell’organigramma e della pianta organica dell’ente locale.

Pianificazione e programmazione del controllo di gestione negli enti locali

Dopo l’analisi di alcuni concetti fondamenti del controllo di gestione, procediamo con l’esaminare la pianificazione e la programmazione negli enti locali.
La pianificazione negli enti locali ha un orizzonte temporale più lungo ed interessa l’amministrazione nella sua totalità, coordinandone tutte le diverse funzioni attivate. La prima fase della pianificazione è data, per gli enti locali, dalla relazione programmatica e previsionale, che mette in evidenza gli obiettivi strategici realizzabili mediante una preventiva analisi dell’ambiente in cui l’ente si trova ad operare ed in base alle risorse a disposizione.
La programmazione, negli enti locali, è la fase in cui vengono definiti i risultati che l’organo di governo intende realizzare in un determinato periodo.

Nel concreto, gli enti locali in questa fase devono provvedere alla stesura dei piani strategici di mandato, al piano dettagliato degli obiettivi, disporre i bilanci annuali, previsionali e del piano esecutivo di gestione, quest’ultimo anche detto PEG.

Lorenzo Cavallo

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