naviga tra gli articoli
pef arera
tari
tributi
Condividi l'articolo
28 Giugno 2023

L’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario TARI – ipotesi e possibilità

Il 2019 è l’anno in cui ha inizio l’applicazione del nuovo modello di Piano Economico Finanziario per la definizione delle tariffe TARI, elaborato e regolamentato da ARERA attraverso i principi del Metodo Tariffario Rifiuti, il quale determina un cambio importante di metodologia ed impostazione rispetto al passato. In questo articolo vedremo in che modo potersi preparare per le modalità di aggiornamento biennale del modello.

Il Piano Economico Finanziario

Il Piano Economico Finanziario, abbreviato PEF, è uno schema che permette la rilevazione dei costi efficienti del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti urbani. Prima del 2019 la determinazione delle tariffe era definita da una modellazione che si basava sulla valorizzazione di uno schema di costi e ricavi. Questo è stato modificato da ARERA attraverso la delibera n. 443 del 2019, che ha rielaborato il vecchio modello in uno nuovo, chiamato “Metodo Tariffario Rifiuti” (abbreviato MTR) per il calcolo dei costi efficienti. Anche il perimetro del servizio, ovvero i costi che possono essere inclusi nello schema di calcolo, è stato modificato e rinnovato rispetto alla metodologia precedente. Il nuovo piano ha stravolto operativamente l’iter di definizione delle tariffe, costringendo i Comuni ad affrontare la regolazione di ARERA attraverso l’applicazione di una rendicontazione analitica, che spesso potrebbe non essere presente negli Enti e che, come vedremo, rende ostica anche la gestione di casi particolari o di eventuali criticità, come la revisione stessa del Piano Economico Finanziario con la quale gli ambiti e gli enti si sono da poco confrontati, per cui si rimanda all’articolo “La revisione infra-periodo del PEF – come e quando farla”.

L’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario: le criticità nella procedura di aggiornamento

Il Piano Economico Finanziario quadriennale permette una programmazione che parte dal 2022 e si esaurisce nel 2025. Tenendo come fisso il principio secondo cui la base di calcolo del piano siano i costi relativi all’annualità a-2, sorge spontaneo un dubbio se si guarda all’arco temporale della programmazione del PEF. Nella modellazione delle prime due annualità non abbiamo problemi, in quanto per il 2022 si utilizza come base il 2020 e, conseguentemente, per il 2023 si parte dal 2021.

Il modello del Piano Economico Finanziario richiede la compilazione delle schede di bilancio solo ed esclusivamente in riferimento alle annualità 2020 e 2021, quindi ne consegue che, quanto risulta come pianificazione sulle ultime due annualità, non sia altro che una pura ipotesi basata sull’indicizzazione e inflazione dei dati 20/21. Per questo motivo l’Autorità fissa tra il 2023 e il 2024 quello che viene chiamato “aggiornamento biennale”, ossia un metodo di revisione con il quale l’E.T.C. dovrà necessariamente riaprire i modelli di programmazione del Piano Economico Finanziario per poter sostituire o integrare le nuove basi di calcolo (2022 e 2023), al fine di ottenere una modellazione per le ultime due annualità non più ipotetica, ma certa e definita. L’aggiornamento biennale del PEF è essenziale per adeguare le tariffe alle variazioni dei costi e delle condizioni economiche. Il biennio rappresenta un periodo di tempo adeguato a raccogliere e analizzare i dati necessari per apportare le opportune modifiche al piano. Un aggiornamento regolare consente anche di rispondere ai cambiamenti normativi e alle esigenze degli utenti, garantendo una gestione sostenibile e trasparente dei servizi di gestione rifiuti.

L’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario: su cosa concentrarsi

L’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario si basa sui dati raccolti dai gestori dei servizi di gestione rifiuti. Attraverso l’analisi dei costi operativi, dei ricavi e delle previsioni di flussi di rifiuti, è possibile identificare i punti critici e apportare le necessarie modifiche al piano. Inoltre, l’utilizzo di indicatori di performance permette di valutare l’efficacia delle tariffe e di apportare eventuali miglioramenti. L’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario richiede un coinvolgimento attivo degli stakeholder, tra cui i gestori dei servizi di gestione rifiuti, le amministrazioni locali e le associazioni dei consumatori. Attraverso un dialogo aperto e collaborativo, è possibile raccogliere informazioni preziose sulle esigenze degli utenti e ottenere il consenso su eventuali modifiche alle tariffe. L’ARERA svolge un ruolo fondamentale nel facilitare questo processo di consultazione e garantire una rappresentanza equilibrata degli interessi coinvolti.

L’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario: passaggi tecnico-operativi

Inserimento dei costi consuntivi annualità 2022-2023

I principali aspetti su cui verte l’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario, come indicato precedentemente, riguardano le annualità sulle quali il modello quadriennale ha operato fino ad ora solo in maniera del tutto previsionale, ossia le annualità 2024 e 2025. Essendo la valorizzazione del PEF basata sull’inserimento dei costi efficienti delle due annualità precedenti, ne deriva che i costi consuntivi 2022 e 2023 diventeranno la base del calcolo delle due ultime annualità del Piano Economico Finanziario.

Il limite tariffario

Potrebbe risultare difficoltosa la gestione dell’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario in caso di modelli che nelle scorse annualità presentavano uno sfondamento del limite tariffario. I nuovi incrementi dettati dalla crisi dovranno coesistere con le ripartizioni rateizzate dei delta di sfondamento, nella speranza che l’aggiornamento stesso non rischi di peggiorare una situazione già complessa. Occorre tenere presente che il modello non permette uno stravolgimento totale della tariffa da un anno all’altro, in quanto eventuali incrementi sono come sempre limitati superiormente dall’applicazione del limite alla crescita incrementale. Tale limite, tuttavia, si presuppone sarà una delle prime modifiche che il modello per l’aggiornamento porterà intrinsecamente al suo interno. Questo perché il limite tariffario dipende direttamente dal tasso di inflazione programmata, valorizzato all’1,6%. Questo valore risulta chiaramente non applicabile ai fini di una corretta modellazione tariffaria per le annualità 2024-2025 del Piano Economico Finanziario, in quanto, a seguito della grave crisi energetica è stato registrato un sostanziale stravolgimento dei costi per i servizi direttamente riconducibili alla TARI.

Controlli sul TQRIF

Altro passaggio fondamentale da tenere in considerazione riguarda l’applicazione in itinere dei meccanismi relativi alla qualità del servizio introdotti con il TQRIF nel 2022. Gli adeguamenti per il raggiungimento degli standard così detti “minimi” verranno sostituiti da possibili nuove integrazioni che l’Autorità potrebbe imporre alle gestioni, al fine di alzare ulteriormente l’asticella in tema di qualità. Pertanto, tutte le amministrazioni che hanno previsto nelle scorse annualità investimenti volti ai miglioramenti gestionali o incrementi delle attività nel perimetro rifiuti, dovranno verificare se quanto realizzato, o in fase di realizzazione, rispecchi le richieste dell’Autorità. Per ulteriori informazioni in materia si rimanda all’articolo “Il TQRIF e la qualità del servizio rifiuti nel PEF”.

Conclusioni

L’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario rappresenta un’opportunità per garantire una gestione finanziaria ottimale dei servizi di gestione rifiuti. Attraverso l’utilizzo di dati accurati, il coinvolgimento degli stakeholder e una comunicazione trasparente, è possibile adattare le tariffe alle esigenze degli utenti e alle condizioni di mercato, promuovendo un’economia sostenibile e la tutela dell’ambiente. Ne deriva che la trasparenza e la comunicazione sono elementi chiave per l’aggiornamento biennale del PEF. È fondamentale informare gli utenti e gli altri interessati sulle ragioni che giustificano eventuali modifiche alle tariffe e fornire spiegazioni chiare sulle modalità di calcolo. Una comunicazione efficace contribuisce a creare consapevolezza e fiducia nell’intero processo di aggiornamento, favorendo un coinvolgimento attivo degli utenti e una migliore accettazione delle decisioni prese.

Articoli correlati

Scorri i documenti