Tributi – IMU sui capannoni: quota statale e quota comunale

Sui fabbricati classificati catastalmente in categoria D, l’IMU è dovuta in parte allo Stato e in parte al Comune: la riserva di imposta erariale è pari allo 0,76% e ad essa va aggiunta l’eventuale maggiorazione comunale (da 0 a 0,3%. L’aliquota IMU complessivamente dovuta su un capannone, dunque, può raggiungere un valore pari a 1,06% (di cui 0,76% fisso allo Stato e la parte eccedente al Comune). Nella compilazione del modello F24 per il versamento del tributo (anche in sede di ravvedimento operoso) occorre distinguere le due quote mediante gli appositi codici: 3825 per la quota statale, 3930 per la quota comunale. In sede di accertamento, invece, l’intero gettito è esclusivamente destinato alle casse comunali.

I fabbricati D possono essere anche soggetti a TASI (a meno di specifica esclusione deliberata dal Comune). A questo punto, tuttavia, si presentano delle limitazioni relative all’aliquota applicabile: la somma di IMU e TASI per la medesima fattispecie, infatti, non può superare l’aliquota massima dell’IMU. Un’eccezione al limite appena descritto riguarda i Comuni che nel 2015 hanno adottato la maggiorazione TASI dello 0,8 per mille; nel caso tale maggiorazione sia stata applicata ai fabbricati D nel 2015, essa può rimanere in vigore anche nel 2016 come decretato dalla Legge di stabilità. Dunque:

• per gli enti che non deliberano l’IMU nella misura massima dell’1,06% per i fabbricati D, è applicabile la TASI su questa fattispecie;
• per gli enti che deliberano l’IMU nella misura massima dell’1,06% per i fabbricati D e non hanno adottato la maggiorazione dello 0,8 per mille nel 2015, non è applicabile la TASI su questa fattispecie;
• per gli enti che deliberano l’IMU nella misura massima dell’1,06% per i fabbricati D e hanno adottato la maggiorazione dello 0,8 per mille nel 2015, è confermata la maggiorazione anche per il 2016.